martedì 18 febbraio 2014

Vita interreligiosa





Noi parliamo di dialogo interreligioso e loro lo vivono. Ogni giorno, fianco a fianco.

Noi parliamo di incontro con l’Islam. Loro lo vivono come qualcosa di molto normale.

Si vogliono bene e si rispettano: lui papà Dombai (in lingua Ngambaye significa “Eccolo il capo”) è un uomo del sud che lavora da una vita in dogana e ha viaggiato sempre nei luoghi di frontiera. E’ finito 30 anni fa a Tine, al confine con il Sudan, quella terra del Darfur così martoriata. E ha tenuto in piedi una piccola comunità cristiana molto vivace che ci accoglie sempre con grande gioia. L’ultima volta 10 giorni fa ci hanno regalato saponi, pasta, pomodori, uova in quantità, 2 piccioni.

Lei Alluhme, giovane donna musulmana, originaria di Am Dam a sud di Abéché, é arrivata a Tine con la sua famiglia. Frequenta la moschea e non si perde una preghiera. Quando arriviamo in casa sua ci saluta, ci accoglie e ci prepara pollo e polenta. Non manca mai il the. Poi ci accompagna nel deserto per visitare una comunità cristiana. Lei musulmana è la nostra guida. Anche se poi ci perdiamo e saranno i carovanieri anche loro musulmani, a bordo degli instancabili cammelli, a rimetterci sul buon cammino.

I loro figli portano tutti nomi musulmani: Ali, Moussa, Mohammad, Indah…sono 8 in tutto! Ciascuno è lasciato libero di decidere quale religione abbracciare..nessuno è forzato. Così quattro sono cristiani e quattro musulmani. Ma non è questione di pareggio…qui non ci sono sfide, partite e competizione quando ci si vuole bene e quando prima della religione viene il rispetto, l’accoglienza del diverso, l’amore che tutto sorpassa.

Grazie papà Dombai, grazia mamma Alluhme…mentre io scrivo una pagina sul dialogo interreligioso voi, fianco a fianco, nel quotidiano, vivete la vita interreligiosa. In modo così semplice, spontaneo, come se fosse tutto così normale.

Vorrei che la vostra vita fosse conosciuta nel mondo che si scanna per le differenze.

Vorrei che riprendessimo a sognare la convivialità delle differenze come diceva Tonino Bello

Vorrei che la nostra umanità imparasse da voi davvero cosa vuol dire andare oltre, sempre oltre ciò che divide per ritrovarci sull’essenziale…la vita, la giustizia come piedistallo della pace, la fraternità universale...

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